Professor Viglione, da poco tempo lei ha dato vita alla Confederazione dei Triarii. Ci può raccontare da quanto tempo è nata e in quale modo?
Non è nata, a dire il vero, da un piano, come dire, premeditato. È nata come esigenza, progressivamente sempre più sentita da un numero sempre maggiore di persone, di creare uno strumento utile a unire, in una azione intelligente di resistenza e reazione alla dissoluzione in corso, tante persone e associazioni che lottano – o desiderano lottare – per la difesa dei valori sotto attacco della fede, della vita, della morale pubblica, della nostra identità italiana come della nostra libertà e dei nostri beni anche materiali. Così, nel corso dell’ultimo anno, è iniziata una lenta ma progressiva opera di unione di anime e di intenti. Ora abbiamo deciso di rendere pubblica la nostra iniziativa, che ufficialmente vanta come data di nascita il 13 maggio 2018.
L’idea è partita esclusivamente da lei o ci sono altre persone che l’hanno aiutata a dar vita alla Confederazione?
Forse io sono stato il primo a parlarne con altri, ma immediatamente ho incontrato interesse e partecipazione, sia in amici di vecchia data, sia in intellettuali noti e impegnati, sia nelle persone conosciute in questi anni nello scambio quotidiano di idee, valori e battaglie, tanto tramite i social che direttamente nelle varie conferenze tenute in tutta Italia. Siamo solo agli inizi e siamo già decine di triarii, mentre stanno nascendo Presìdi un po’ ovunque, specie nel centro-nord.
Ha sentito dunque l’urgenza di proporre qualcosa che raggruppasse tutti i timori e le difficoltà delle persone cattoliche in questo preciso momento storico in cui mancano le guide?
Lei ha detto molto bene: in un momento in cui mancano le guide. Non solo a livello politico e culturale, ma anzitutto a livello religioso. Sicuramente il problema della Fede cattolica sotto attacco è vitale. Ancor più aggravato dalla sempre più devastante crisi interna alla Chiesa stessa, a tutti i livelli gerarchici e su tutti i fronti. E questo per noi è ragione prima del nostro impegno in difesa della immutabile Tradizione liturgica, dottrinale, morale e culturale della Cattolicità. Ma tengo a precisare che i Triarii non sono una delle già molte associazioni cattoliche. Il nostro impegno è a 360 gradi, in tutti i settori della comune convivenza. Per questo vi aderiscono anche persone di impostazione certamente cattolica, ma con una sensibilità più specificamente politica, economica o culturale.
Pensa davvero che i Triarii di questi ultimi tempi siamo noi?
I Triarii erano, come noto, quei reparti dell’esercito romano pronti a intervenire nel momento terribile di una battaglia al fine del rovesciamento delle sorti negative. In tal senso, si può considerare Triario chiunque, avendo compreso l’immensa crisi che stiamo vivendo in ogni istituzione e a ogni livello, si voglia impegnare per salvare quanto ancora di buono rimane e restaurare l’ordine sovvertito. La nostra Confederazione vuole essere uno strumento operativo in tal senso.
Ma siamo pochi…
Se non fossimo pochi, il mondo andrebbe bene… Ma questa non può essere ragione di scoraggiamento o vile fuga dalle proprie responsabilità. Chi ha avuto la grazia di capire, deve agire. Secondo le proprie possibilità, seguendo chi già da molto tempo agisce con buon senno e costanza (e anche con onore, direi, per tornare a usare un concetto troppo dimenticato, oggi) e soprattutto chi dimostra di aver compreso a fondo gli eventi attuali e le loro cause passate. Solo costoro, infatti, possono guidare gli altri, in questa immensa tempesta collettiva, nel servizio al Vero, al Giusto, al Buono, al Bello. E alla Tradizione religiose, civile e culturale degli italiani.
Nessuno che oggi comprenda quanto avviene può tirarsi indietro, ne risponderebbe, in caso contrario, a Colui che può sovvertire l’intero corso della storia in ogni istante e che solo chiede la nostra piccola – inutile, certo, ma per Lui ineliminabile – partecipazione, proprio come la Grazia richiede la natura.
Ogni grande evento e cambiamento della storia, nel bene come nel male, è stato procurato da élites intelligenti, lucide e coraggiose. Questo vale sempre, ancora oggi, anzi oggi più che mai, visto che viviamo, con ogni evidenza, alla vigilia di un crollo generale come mai si è visto nella storia.
Accettare supinamente, oggi, la devastazione della Chiesa, la distruzione della famiglia naturale e della morale pubblica, la perversione dell’infanzia, l’invasione dell’Italia con la sostituzione etnica degli italiani, la schiavitù monetaria e usuraia imposta dalle finanza internazionale, senza reagire, trovando scuse dietro concetti come “moderazione” e “tolleranza” et similia, vuol dire divenire complici di tale devastazione e sovversione dell’intera società umana, dell’Italia e anzitutto della Chiesa stessa.
Le forze della dissoluzione hanno, come prima arma di distruzione, proprio il nostro disinteresse e le nostre divisioni interne. La Confederazione dei Triarii vuole anzitutto essere un tentativo di superare tali endemiche debolezze.
Cosa si propone la Confederazione?
La difesa della Tradizione cattolica e italiana in ogni suo aspetto: nella Chiesa (liturgicamente, dottrinalmente, spiritualmente), nella Politica e nella cultura. La difesa altresì dell’identità e della civiltà italiane e degli italiani, delle loro imprese, dei loro risparmi come della loro immensa civiltà e cultura. In particolare, la difesa della famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna (l’unica famiglia possibile) e della retta sessualità, come della vita dal concepimento alla morte naturale. Tutto questo presuppone ovviamente il nostro – legale e razionale, certo, ma fermissimo – impegno da un lato contro le ideologie dissolutive del genderismo e del poliamorismo, come dell’abortismo e dell’eutanasismo, dall’altro contro l’immigrazionismo voluto dai poteri del mondialismo e in particolare contro la tirannia sinarchica e finanziaria che mira alla distruzione economica – e quindi politica – della sovranità nazionale degli italiani e alla svuotamento delle loro risorse imprenditoriali e dei loro stessi portafogli. Tutto questo per renderci un popolo di schiavi: perché persone povere, sradicate dal loro passato e mischiate in un melting pot universale, sono destinate inevitabilmente a divenire schiave di élites al servizio del Male.
Nel nostro portale (www.confederazionetriarii.it) è possibile leggere il nostro Codice dei Valori, che riassume in breve i punti fondamentali della nostra azione.
Quindi non solo un aspetto culturale, ma anche di formazione e azione…
Riteniamo da sempre (e chi ci conosce lo sa bene…) che la retta formazione sia il presupposto imprescindibile per qualsiasi impegno religioso, politico e culturale. Una delle cause fondamentali del fallimento di tante iniziative dei “buoni” (mi si passi il semplicistico concetto) è proprio la mancanza di formazione, che produce visioni ridotte e settarie delle grandi problematiche odierne. Tante buone volontà, tanto impegno, tanti sforzi, vanno a vuoto, o almeno non rendono come sarebbe giusto, anzitutto proprio per la mancanza di formazione, che impedisce una visione completa e sicura delle vicende odierne.
Faccio l’esempio pratico del famoso giorno del Circo Massimo. Giorno di grande vittoria, giorno di festa, giorno di popolo. E poi? Divisioni, guerre intestine, il nulla. Questo fatto ha molte motivazioni, sia chiaro, ma è ovvio che una retta formazione avrebbe aiutato le persone a non cadere in trappole e a produrre qualcosa di molto più utile e corretto anche dottrinalmente.
Quanto detto in ambito “morale” e bioetico vale per tutti gli ambiti, a partire da quello più specificamente religioso per arrivare a quello politico o a quello economico. Noi vogliamo anzitutto spiegare. Spiegando, si ottengono luce per la comprensione e forza per l’azione. E la comprensione unisce gli animi, e quindi produce forza e azione mirata.
Fra le altre cose, avete da poco inaugurato un sito. A cosa serve e quali obiettivi si pone?
È ovvio che il nostro portale è strumento essenziale della nostra azione. In esso si trovano i nostri commenti ai fatti attuali, la formazione dottrinale e storico-politico-economico-culturale, le nostre denunce e le nostre iniziative come però anche quelle degli altri movimenti e gruppi che ci sono amici e vicini. A questo riguardo tengo a precisare che – a differenza di quanto accade da sempre nel mondo dell’associazionismo a noi vicino – i Triarii sono non solo aperti a, ma sostengono senza remore, ogni associazione che conduca la propria sana battaglia. In tal senso, i Triarii sperano di poter divenire un collante di collaborazione generale. Per questo nel nostro portale vi è posto per tutti (per tutti coloro che la pensano bene e agiscono bene, ovviamente…). Almeno per tutti coloro che accettano tale unione di forze, che però non può certo essere sempre e solo unilaterale.
Questo è un punto essenziale. Costituire una nuova associazione che fa ciò che fanno tutte le altre da molto tempo, non era cosa utile. Invece costituire una forza unitiva che ribadisca le verità in ogni settore, questo ci sembra essere più utile.
Infine, tengo a dire che i Triarii sostengono anche le iniziative buone a livello lavorativo (ci sono già prodotti di nostre amiche che mettiamo in esposizione nel portale), intendono organizzare viaggi dello spirito (con l’aiuto di sacerdoti) ma anche di relax e cultura con guide, stiamo pensando a corsi di cucina tradizionale, ecc. Si può trovare tutto nel portale, naturalmente tenendo presente che siamo solo agli inizi. Anzi, colgo l’occasione per invitare tutti gli amici interessati a collaborare con noi anche per questi aspetti, che riteniamo molto utili.
In che modo pensa si potrà distinguere dagli altri numerosi siti cattolici già esistenti (tutti con obiettivi diversi ma comuni, in un certo senso)?
Ritengo che questa sia la questione fondamentale. Potremmo anche dire: “Si sentiva il bisogno di una nuova associazione?”. In realtà, credo di aver in parte consistente già chiarito tramite quanto detto nella risposta alla precedente domanda. Ma occorre essere ancora più specifici a riguardo.
Le forze della dissoluzione sono talmente immensamente potenti che sono presenti e agiscono in tutti i settori (basti pensare a quanto accade internamente alla Chiesa) contemporaneamente, portando avanti la loro guerra a 360 gradi. Pertanto, l’unica risposta adeguata deve essere a 360 gradi, o, almeno, la più vasta possibile.
Chi pensa che tutto il problema si riduca all’aspetto che ritiene fondamentale (gender, moneta, immigrazionismo, crisi della Chiesa, ecc.) e si disinteressa di tutti gli altri (a volte prova anche fastidio a solo sentir parlare delle altre problematiche), non ha capito che non solo sbaglia completamente strategia, ma sta rendendo vana la sua stessa azione nel campo di sua competenza.
Mi spiego meglio: nessuno di noi è “tuttologo”, pertanto è normale – e anche naturale – che si formino associazioni che agiscono in un determinato settore; ultimamente, stanno nascendo comitati di riparazione pubblica alle follie e bestemmie del genderismo. Tutto ciò non solo è lodevole, ma assolutamente necessario. Anzi, più le iniziative aumentano, meglio è.
Detto questo, il problema, però, a nostra opinione, è che se si continua a lottare ognuno per proprio conto, pensando solo alla propria battaglia, del tutto avulsi dagli altri quando non in guerra pure con gli altri… si fa solo il gioco del nemico. Questo, non agisce così. Le forze della dissoluzione avanzano contemporaneamente su ogni fronte. Ogni giorno lo vediamo: crisi della Chiesa, genderismo e omosessualismo, divorzio, aborto, eutanasia, poliamorismo, droga e pornografia, ma al contempo europeismo totalitario, immigrazionismo, distruzione della sovranità politica ed economica e imprenditoriale degli italiani, usura finanziaria, mostruosa decadenza della gioventù e della società in generale, ecc. Tutto questo avviene contemporaneamente, non, come dire, “per orticelli”…
I politici, i giornalisti, gli intellettuali, gli attori e i cantanti, i guitti di ogni genere, che parlano in tv o sui media, dicono tutti le stesse cose su ogni aspetto della dissoluzione. Questo dovrebbe far riflettere ognuno di noi: che sia un qualsiasi esponente PD o Saviano, che sia un prelato celebrato o Giovanotti, la loro ideologia è la medesima in ogni settore e agiscono in ogni settore.
Non si può negare questa evidenza. Per cui, fermo rimanendo che ognuno deve avere un settore specifico per il proprio impegno, occorre capire che non si può pensare di continuare come fossimo giapponesi che difendono il proprio isolotto in eterno. Occorre un esercito alle spalle che conduca la resistenza su ogni piano. Altrimenti, è come se, in una città assediata con molte porte da difendere, corressimo tutti a difendere la porta nord, lasciando sguarnite tutte le altre… E a che servirebbe se non al suicidio?
Occorre difendere tutte le porte contemporaneamente. È difficile, è faticoso, ma va fatto, perché il nemico attacca ogni giorno su ciascuna porta. Per questo, fermo rimanendo il proprio impegno in una porta, occorre però unirsi in una forza generale che possa contribuire a organizzare una resistenza valida a difendere tutta la città assediata, non solo una parte di essa.
Ognuno si impegni in quello che sa fare, nel settore che sente come suo (che più lo preoccupa e lo incita all’impegno) e dove sente di poter essere utile, ma non si isoli e non screditi il lavoro degli altri. Si unisca invece agli altri nella difesa dell’intera città assediata.
Se mi si passa il tolkeniano paragone, qui siamo al Fosso di Elm e il nemico già entrati nel trombatorrione. Non si può continuare a pensare solo a una porta e pure a farsi guerra tra di noi. È necessario, urgente, impellente, unire le forze. In fondo, questo è il senso ultimo di questa iniziativa.
Vuole lanciare un appello, o una richiesta di aiuto ai lettori per collaborare o semplicemente aderire alla Confederazione dei Triarii?
Sarò schiettissimo senza ipocrisie: meno siamo, meno facciamo. Il rischio è di diventare un altro orticello… Se ciò dovesse capitare, io, Massimo Viglione, mi tirerei indietro, in quanto avrei fallito nelle mie intenzioni. E non ho problemi a dirlo, perché la Confederazione dei Triarii non è l’orticello di Massimo Viglione o di qualcun altro (sarebbe il primo di tutti i fallimenti).
La Confederazione appartiene a tutti i Triarii. Non è un orticello e non è un partito politico. È una Confederazione di italiani cattolici legati alla Tradizione religiosa politica culturale della nostra civiltà, cristiana, europea, italiana. È uno strumento di lotta per il Bene che, come prevede lo Statuto, è regolata in maniera tale da consentire da un lato la partecipazione attiva degli iscritti, dall’altro una gestione ferma da parte degli organi direttivi, che sono aperti a tutti secondo precise norme.
Pertanto, più siamo, più possiamo lottare. Più siamo, più entrano forze, idee, contatti, e ovviamente risorse economiche (senza le quali si fa molto poco…) per poter portare avanti i nostri ideali e progetti.
Tengo a specificare, infine, che la Confederazione non solo non mira alla soppressione (o fosse anche solo alla critica distruttiva, condotta sempre vilmente) delle iniziative altrui, ma al contrario le presuppone e ha senso proprio nell’aiuto alle iniziative altrui. Se non ci fossero le iniziative altrui, non vi potrebbe essere Confederazione. Pertanto, nessuno tema di unirsi a noi: unendosi a noi, resta se stesso, ma solo più forte di prima, in quanto unito a tante altre realtà. Secondo norme sicure, stabilite dallo Statuto e secondo ancor più certi valori, indicati nel Codice dei Valori.
Un aiuto concreto immediato, a parte la ovvia adesione personale e la ricerca di altre persone che possano aderire, è quella di organizzare in loco presentazioni della Confederazione, invitando il sottoscritto o altri amici. Ciò aiuterebbe molto nella propagazione sul territorio della nostra iniziativa e dei nostri ideali. Chi volesse aderire e magari fondare un presidio locale può trovare nel portale le indicazioni operative. Se poi desiderasse invitare me o altri a presentare il progetto ma soprattutto a parlare di tante tematiche (e quindi a una sana formazione), può contattarci tramite email, che trova sempre nel portale.
Concludo con un ultimo chiarimento. Ho detto che non siamo una forza partitica; certamente però vogliamo essere una forza politica, nella misura della forza della Verità dei valori che difendiamo. Il nostro scopo operativo essenziale è quello di fare retta e corretta pressione sui partiti e sui politici vicini e amici per la difesa di questi valori. Esattamente come quello della difesa a oltranza, all’interno della Chiesa, della Tradizione liturgica e dottrinale (e pure “pastorale”, per usare un termine oggi tanto di moda…) della Chiesa stessa di sempre. Come anche di sostenere tanti sacerdoti e ordini fedeli alla Tradizione oggi perseguitati dal clero modernista.
Poi, come sempre accade per ogni iniziativa di ogni tipo e natura, saranno i fatti della vita a indicarci le prospettive future.Per questo invito tutti a entrare nella Confederazione e a sostenerla. Diventando Triarii, si diventa difensori del nostro mondo sotto attacco mortale. Con la consapevolezza che occorre resistere oltre ogni speranza, perché, “alla fine del quinto giorno”… arriverà a soccorrerci la luce della Grazia.