Lunedì 30 Dicembre 2024

17:49:49

L’Immacolata Concezione a Lourdes: una storia senza fine di Grazia e carità

Dal 1858 la parola “Lourdes” evoca ai cuori dei fedeli una dolcezza incomparabile e sentimenti di fede e speranza nella Carità divina. Ripercorriamo velocemente gli emozionanti eventi di quei giorni, che diedero inizio a una pagina di fede e speranza che si ripete senza fine per decine di milioni di pellegrini.     11 febbraio 1858: Il Cielo visita la terra Marie Bernarde Soubirous, detta Bernadette, nata a Lourdes il 7 gennaio 1844 da famiglia in origine mediamente agiata ma poi caduta in forte e progressiva disgrazia economica e sociale, era molto gracile di salute (soffriva specialmente di attacchi di asma) e al momento delle apparizioni era ancora praticamente ignorante. La mattina dell’11 febbraio 1858 Bernadette andò con la sorella Antoinette e l’amica Jeanne Abadie a far fascine nel bosco intorno al ruscello Gave, che costeggia l’abitato di Lourdes. Attraversato il Gave, mentre le due amiche erano corse avanti, lei si trovò dinanzi alla grotta che sarà poi chiamata “Massabielle”. All’improvviso sentì un forte vento, ma non notò alcun movimento di foglie e rami; poi il vento soffiò nuovamente in maniera molto più violenta, ma tutto rimase immobile intorno, eccetto che all’interno della grotta. Ma lasciamo la parola a Bernadette: «(…)Alzai gli occhi e vidi un groviglio di rami e di fronde che ondeggiavano, agitati al di sopra dell’apertura più alta della grotta, mentre nulla invece muoveva tutto intorno. Dietro a quei rami, nell’apertura, io vidi subito una giovane, bianca, non più alta di me che mi salutò con un leggero inchino del capo; nello stesso tempo ella allontanò un po’ dal corpo le braccia tese, aprendo le mani, come le statue della Madonna; dal suo braccio destro pendeva una corona del Rosario (…)». Bernadette impaurita iniziò a recitare il rosario, la “Giovane” lo sgranava insieme a lei, ma le labbra erano chiuse. Così ce la descrive la veggente: «Indossava un vestito bianco lungo fino ai piedi di cui si scorgevano solo le punte. Il vestito era chiuso molto in alto attorno al collo da una guaina da cui pendeva un cordone bianco. Un velo bianco che le copriva la testa scendeva lungo le spalle e le braccia fino all’orlo del vestito. Su ogni piede vidi una rosa gialla. La cintura del vestito era azzurra, e ricadeva fin sotto le ginocchia. La corona del rosario era gialla; i grani bianchi, grossi e molto distanziati gli uni dagli altri. La giovane era viva e vera, giovanissima ed avvolta di splendore. Quando ebbi finito il mio rosario, mi salutò sorridendo. Indietreggiò nella nicchia e disparve improvvisamente». Antoinette e Jeanne intanto erano tornate, e, trovata Bernadette in ginocchio con il rosario, cominciarono a prenderla in giro; ma Bernadette, durante la strada del ritorno, raccontò loro quanto aveva visto. Come naturale, le due giovani fanciulle non seppero mantenere il segreto, così già la sera tutto il paese ne parlava, e avvenivano le prime divisioni di opinioni in merito. Louise Casterot, madre della veggente, al racconto di Antoinette, trattò in malo modo entrambe le figlie.   La seconda apparizione Domenica 14 febbraio, dopo varie insistenze per ottenere il permesso dei genitori, Bernadette e una ventina di ragazze si incamminarono per tornare a Massabielle: questo fu quindi il primo pellegrinaggio alla Grotta di Lourdes! Lì giunte, Bernadette si inginocchiò e cominciò a recitare il rosario; alla fine della prima decina, vide la Signora, mentre le altre non vedevano nulla. A un certo punto si alzò e si avvicinò alla visione per gettarle addosso dell’acqua benedetta che si era portata appresso, al fine di cacciare il demonio qualora si trattasse di un suo inganno. Ma la Signora sorrise e restò ferma. Bernadette allora tornò a recitare il rosario e cadde in estasi, divenendo pallida al punto che le amiche la credevano morta, sebbene la sua faccia fosse incredibilmente luminosa. Subito corsero a chiedere aiuto per poterla portare via di peso dalla grotta. Fu il giovane mugnaio Antoine Nicolau che, con il permesso di Louise che nel frattempo era corsa alla Grotta, la sollevò di peso ancora in estasi e la portò via a casa. Una volta rinvenuta, Louise stava per picchiare la figlia, ma la sua mano fu fermata dalla madre di Antoine: «Che fate, Louise? Perché la battete? Vostra figlia è un angelo del Cielo». Louise si accasciò su una panca piangendo. Nel frattempo la voce su quanto stava accadendo si spargeva ovunque e il clero locale si divise nel giudizio; il parroco Peyramale era scettico (o comunque tale doveva essere per prudenza) e il suo ordine fu fermo: occorreva restare fuori da questa storia, per non dare adito poi agli anticlericali di screditare la Chiesa.   La Signora parla Bernadette di buon mattino andò alla grotta con due signore: non cadde in estasi questa volta e riuscì così a chiedere all’apparizione di rivelare il suo nome. Per la prima volta, la Signora parlò: «Ciò che ho da dire non è necessario metterlo per iscritto». Poi aggiunge: «Volete farmi il favore di venire qui per quindici giorni?» - «Con il permesso dei miei genitori verrò» - «Io non prometto di rendervi felice in questo mondo, ma nell’altro»; dette queste ultime parole, che costituiscono per Bernadette da un lato la prima rivelazione del triste destino che le spettava in questa vita, ma dall’altro la certezza morale della conquista della felicità eterna, la Signora disparve elevandosi al Cielo.   Le autorità intervengono Nelle successive apparizioni la Signora rivelò a Bernadette tre segreti ed una preghiera, che mai la veggente volle rivelare ad alcuno. Alla sesta, il 21 febbraio, con Bernadette scesero alla Grotta centinaia di persone: erano le prime “folle” di fedeli. Il giorno 24 la Signora diede questo ordine alla veggente: «Penitenza, penitenza, penitenza». Immediatamente la popolazione cominciò a esaudire la volontà del Cielo. Dinanzi a questi eventi, le autorità cominciarono a preoccuparsi seriamente, non certo per l’ordine pubblico (non accadde mai il benché minimo disordine), quanto ovviamente per il dilagare della fede popolare. Non possiamo dimenticare che ci troviamo nella Francia positivista di metà Ottocento, nella patria della Rivoluzione anticristiana e dell’incredulità. Il commissario, il Procuratore imperiale, nei mesi successivi anche il prefetto, e vari altri notabili, cominciarono ad interrogare la veggente e a minacciarla, al fine di estorcere il nome dei presunti complici dell’“inganno”. Ma rimasero sempre delusi e meravigliati, per la semplicità delle sue risposte, per l’onestà del suo viso e del suo comportamento, per la costante povertà che seppe mantenere nonostante le continue profferte di denaro, puntualmente rifiutate. Anche nei mesi successivi, specie quando inizieranno i primi miracoli, si tentò di tutto per far recedere la veggente, fino a chiudere momentaneamente la grotta. Ma non servì a nulla. Come testimoniano tutti gli interrogatori, Bernadette riuscì sempre “vittoriosa” nella sua spontanea veridicità. Fino alla resa dinanzi all’evidenza e al trionfo della fede pubblica. Il momento di svolta fu naturalmente il disvelamento della fonte miracolosa.   La fonte miracolosa La nona apparizione, il giovedì 25, segnò l’inizio della concreta misericordia divina a Lourdes: «La Signora mi disse: andate a bere alla fontana ed a lavarvi”. Non vedendo alcuna fontana andavo a bere al Gave. Mi disse che non era là. Mi fece segno con il dito mostrandomi la fonte. Vi andai e vidi solo un po’ di acqua sporca; vi portai la mano, ma non potei prenderne, raspai e l’acqua venne, ma torbida. Per tre volte l’ho dovuta buttar via; alla quarta potei berne». Sotto la grotta di Massabielle esisteva una sorgente la cui presenza non era segnalata da nulla in precedenza. Come afferma François Trochu, autore di una bellissima biografia della veggente: «Ciò significa – oggi che la cosa è stata provata lo si può affermare senza timore di sbagliare – che dalla fessura rocciosa da cui zampillava, la sorgente è salita in modo umanamente inspiegabile attraverso pietre, sabbia e ghiaia fino alla fragile mano dell’estatica». La Vergine le ordinò poi di mangiare l’erba della grotta (in seguito, le chiederà anche di baciare la terra, in penitenza per i peccatori) dinanzi a tutti. Bernadette fu allora presa per matta e derisa. Sabato 27 la Signora dice: «Andate a dire ai preti di fare edificare qui una cappella». Bernadette corre dal parroco, Don Peyramale, il quale però come è noto non le crede (o almeno recita questa parte) e la tratta male. Anzi, le dice di chiedere a questa “Signora” un miracolo “di prova” (come se già la sorgente non bastasse): di far fiorire un fioraio in febbraio dinanzi alla grotta. Peggiore fu la sua reazione martedì 2 marzo, quando Bernadette gli comunicò che la signora aveva chiesto che si facesse una processione alla grotta; ma il grande momento si stava avvicinando.   Giovedì 25 marzo 1858 Era dal quattro marzo che la veggente non si recava alla grotta; ma la mattina della festa dell’Incarnazione del Verbo una forza irresistibile l’attira a Massabielle. Questa volta, dinanzi alla Signora, si fa coraggio, e le chiede con fermezza per ben tre volte, stando in piedi, di rivelare il suo nome: «Signora, volete avere la bontà di dirmi chi siete?». Alla terza, la Signora rispose: aprì le braccia che fino ad allora aveva sempre tenuto giunte, le abbassò come riprodotto nell’immagine della Medaglia Miracolosa lasciando scivolare verso la mano la sua corona di alabastro e d’oro e infine, con gli occhi al Cielo, disse: «Io sono l’Immacolata Concezione». Sparì sorridendo. Bernadette corse subito dal parroco e gli rivelò quel nome per lei del tutto incomprensibile; ma affidiamoci al racconto di Jeanne Védère (Suor Maria Geltrude, cugina di Bernadette): «Vedendo entrare Bernadette, il rev. Peyramale le disse: “Che vuoi oggi?” – ma senza dire né buon giorno né buona sera, ella ripeteva: “Qué soy ér’ Immaculado Councepciou” – “Che dici, piccola orgogliosa?”, gridò il parroco. – “Qué soy ér’ Immaculado Councepciou” – Poi precisò: “È la Signora che mi ha dette queste parole” – “Finalmente!”, rispose il parroco, che si sentiva prendere dall’emozione. “Almeno, sai cosa vuol dire?” – “No, signor parroco”. – “Vedo bene che tu continui ad illuderti. Come puoi dire cose che non comprendi?”  – “Dalla grotta fin qui, ho sempre ripetuto: Qué soy ér’ Immaculado Councepciou”. – “Va bene … Vedrò il da farsi” – concluse il prete. E congedò le due visitatrici». Peyramle le mandò via per un semplice motivo: il suo cuore, la sua anima, stavano per crollare dall’emozione! Aveva ormai capito… Come testimoniò per il Processo Apostolico di Tarbes, alle parole “Qué soy ér’ Immaculado Councepciou” «ne sono stato talmente scosso che mi sono sentito vacillare e sul punto di cadere». Con l’adesione del clero locale alle apparizioni tutto cambia. Anticlericali e massoni cominciarono a minacciare di voler rinchiudere la piccola in ospedale, e il prefetto era d’accordo, ma non poté farlo, per il semplice motivo che mancava il reato. Giunsero poi vari medici ed esperti per giudicare le prime guarigioni, ma dovettero sempre constatarne l’inspiegabilità scientifica. Inoltre, alla penultima apparizione del 7 aprile, avvenne il miracolo pubblico – dinanzi a migliaia di persone - di Bernadette che in estasi tiene il cero con la mano dalla parte della fiamma per almeno venti minuti, senza bruciarsi. Accanto a lei v’era il Dott. Dozous che le misurava sbigottito il battito cardiaco, che risultò normale! La diciottesima ed ultima apparizione avvenne il 16 luglio, giorno della Ss.ma Vergine del Carmelo; non avvenne nulla di speciale, ma fu l’addio. Ma ormai qualcosa era cambiato per sempre.   Il coraggio che viene da Lourdes Bernadette fu canonizzata l’8 dicembre 1933. Naturalmente appare a tutti chiaro che la data non è casuale: la veggente dell’Immacolata Concezione doveva essere canonizzata in quel giorno. Ma proprio tale considerazione ci porta indietro nel tempo, e deve spingerci ad una riflessione che va oltre l’aspetto semplicemente spirituale dell’evento Lourdes. 8 dicembre 1854: Papa Pio IX proclama a Roma il più grande e onorifico (e anche il più contrastato) dei dogmi mariani: l’Immacolata Concezione di Maria Vergine. Quattro anni dopo, la Ss.ma Madre di Dio venne personalmente sulla terra a “ratificare” (se così si può dire) quanto aveva fatto il degnissimo Vicario di suo Figlio. Non è qui possibile trattare un argomento vastissimo come questo, ma è noto che la principale obiezione che ricevette Pio IX – non solo dal mondo laico, ma anche da alcuni ambienti interni alla Chiesa – sulla decisione del dogma consistette nel fatto che proclamare una tale verità di fede proprio in quegli anni, gli anni del trionfo del liberalismo ateo, del positivismo scettico, e in Italia del Risorgimento anticlericale, sarebbe stato “inopportuno” (come si direbbe oggi: “non politicamente corretto”). Ma proprio per tale ragione il Beato Pio IX si decise a proclamare il dogma, fedele all’insegnamento del Maestro, di pascere le sue pecore ben sapendo di essere nel mondo ma non per questo del mondo. Il 25 marzo 1858 il Cielo disse a Pio IX, e a tutti i suoi successori, e a tutti i fedeli di tutti i tempi, soprattutto di quelli più spietatamente anticattolici, di non aver paura. Di non aver mai paura di proclamare la Verità: perché la Madre di Dio, Regina del Cielo e della terra e Regina di tutti i Santi, non abbandona chi vive a servizio di suo Figlio, chi milita con fede e abbandono nelle schiere dei figli della Luce. Tutto è possibile a Dio: Lourdes è lì a ricordarcelo ogni giorno. Massimo Viglione