13di Lorena Poloni
La questione “vaccinazioni”, e ancora più nello specifico, la Legge Lorenzin, è un tema spinoso e complesso per molti aspetti. Certamente non si può ridurre tutto a un semplicistico sì o no. Cerchiamo pertanto di capire più nel dettaglio i molteplici aspetti di contrasto che tanto hanno fatto sollevare gli animi di moltissimi genitori, e anche medici, in Italia nell’ultimo anno.
Il principio di “salvare la vita umana” su cui si basa il concetto di vaccinazione non è mai stato messo in discussione.
È indubbio che il vaccino sia stato tra le più grandi invenzioni della storia dell’umanità, anche dal punto di vista della carità cristiana.
Va tuttavia anche sottolineato che anche il progresso culturale e il miglioramento del livello di benessere hanno contribuito a creare ambienti di vita puliti e salutari. Anche grazie a questi aspetti molte malattie sono state debellate.
Le vaccinazioni negli anni ‘60-’70 venivano impiegate espressamente per malattie realmente pericolose, come la Poliomelite, la Difterite, la Pertosse, il vaiolo.
La concezione da parte dei pediatri italiani (tutti i pediatri) era ancora quella di “farsi gli anticorpi”. Il genitore veniva spinto a far sì che il proprio bambino frequentasse gli altri bambini ammalati di morbillo, varicella o rosolia: erano infatti le classiche malattie infantili pediatriche ed esantematiche. Non si contemplava la possibilità di morte, perché i bambini degli anni ‘70 erano bambini in salute, forti di natura, in quanto anche l’impiego di farmaci generici era sempre molto limitato. Ci si creava così una memoria nel sistema immunitario che rispondeva perfettamente poi nel momento del contagio. Non esisteva ovvero, da parte dell’apparato medico, quella sorta di “terrorismo” mediatico in cui viviamo oggi.
Arrivarono poi gli anni ‘90 e già qualcosa cominciò a cambiare. Si era scoperto il business dei vaccini. Tutta la questione partiva dalle grandi case farmaceutiche occidentali che hanno avuto il monopolio (spartito fondamentalmente tra quattro grandi nomi del settore) nel decidere il piano vaccinazioni universale. In altre parole: la sperimentazione su larga scala.
Il principio iniziale di “salvare la vita umana” era ormai snaturato.
E arriviamo ai giorni nostri.
Quello che in sostanza viene fortemente messo in discussione è la componete chimica dei farmaci-vaccino.
Oggi, anche grazie a medici ricercatori, immunologi e virologi di fama internazionale, che trovano il coraggio di dichiarare la verità, scopriamo che i vaccini hanno alte dosi di Nanoparticelle. Le Nanoparticelle sono in sostanza micron di particelle di metalli pesanti, semi metalli e leghe, impiegati proprio per la dovuta reazione dei patogeni. Il motivo risiede nel fatto che oggi gli stessi patogeni non sono più attivi come negli anni ‘90. Si è compiuta la scelta che in caso di non-epidemia, i patogeni dovevano essere dormienti o vivi-attenuati (ad esempio, i patogeni attivi sono impiegati nelle vaccinazioni in Africa, dove le pandemie sono ancora in essere). E quindi, se un patogeno è dormiente, non ha la capacità di creare quella reazione che stimola il sistema immunitario. Ecco allora che si sono aggiunti i tanto discussi metalli. Troviamo quindi componenti come il Mercurio l’Alluminio, lo Zinco e così via. Essi scatenano una simulazione di infezione che va a svegliare il sistema immunitario. Il sistema immunitario quindi circonda la particella di vaccino e l’acquisisce creando così la memoria, che dovrebbe ritornare utile in caso di vero contagio e vera malattia. Rimane però il problema di quei metalli mascherati dai patogeni: essi non vengono espulsi dal corpo umano, ma restano in circolazione a vita e possono col tempo creare infezioni molto pericolose come le encefaliti, poiché riescono ad insinuarsi nella corteccia celebrale. Tutto ciò è scientificamente provato come molte testate estere di Medicina ufficiale spiegano, ad esempio il famoso JAMA oppure l’Accademic Emergency Journal.
A questi studi allarmanti, di recente si è aggiunta un’altra grave verità: la scoperta quasi casuale da parte della dottoressa Theresa Deisher, immunologa di fama, professionista nella Ricerca al Sound Choice Pharmaceutical Institute, di cellule di altro DNA in un ragazzo deceduto. Da lì iniziarono una serie di importanti ricerche (ostacolate addirittura dall’OMS) per scoprire come mai una persona avesse nel suo corpo le cellule di un bambino al quarto mese di gestazione. Siamo appena agli inizi del 2014 e fu subito scandalo poiché le indagini scientifiche verificarono che i farmaci da vaccino impiegati al ragazzo deceduto contenevano linee cellulari diplolidi umane. Le cellule diploidi umane sono micro cellule estratte direttamente dai polmoni dei bambini abortiti. Fino ad allora erano state impiegate linee cellulari diploidi animali, ricavate dal fegato di un bovino o del pollo. Questa notizia già di per sé è scandalosa. Non solo si impiegano cellule umane in questi farmaci, senza conoscerne i reali effetti (da qui la teoria della stessa Diesher relativa l’autismo, la leucemia e il cancro giovanile) ma anche si va a toccare il doloroso tasto dell’aborto. Usano bambini abortiti, senza il minimo rispetto della creatura uccisa. E tenendo soprattutto conto che l’appalto per la costruzione di queste linee cellulari è in mano alla Cina, dove sappiamo gli aborti sono obbligatori in certe condizioni.
In Italia vengono impiegate diverse linee cellulari diploidi umane come la WI-35, l’MRC5 la VERO. Il farmaco che per la maggiore contiene proprio le linee cellulari diploidi umane è soprattutto il Priorix Tetra, impiegato per la vaccinazione dell’anti MPR+VARICELLA.
Se guardiamo oltre il discorso deontologico e ci inoltriamo nell’Etica e nella Morale cristiana, che dovrebbero essere le fondamenta sui poggia la vera e buona Medicina, si nota come oggi non c’è più nulla di tutto ciò. Nel 2013 l’ex presidente americano Obama disse che l’Italia in particolare avrebbe dovuto essere il campo di sperimentazione per la ‘nuova Medicina’. Notizia assolutamente certa, confermata anche dai comunicati stampa dell’epoca dell’Aifa (Agenzia del farmaco Italia). In realtà, lo sappiamo, il piano è un altro. Molto più subdolo e pericoloso, che vede la distruzione di generazioni rese sempre più deboli, servili, dipendenti e malate. Il sistema immunitario è ancora un grande punto di domanda per la Medicina. Nessuno può sapere con certezza la reazione non solo di una vaccinazione ma anche di farmaci molto meno impattanti come l’Aspirina. Ogni essere vivente ha un sistema immunitario a sé. Ecco perché da parte loro nasce l’esigenza di sperimentare sul campo, cioè sulla pelle dei nostri bambini. Nemmeno la tanto sbandierata immunità di gregge esiste. Dato non scientificamente dimostrabile ma usato come un mantra da medici stipendiati dalle major del farmaco o dai media al servizio del pensiero unico mondialista. Non esiste perché per reazione anche un vaccinato può sviluppare la stessa malattia e quindi essere contagioso. Non esiste perché un 20% della popolazione infantile non sviluppa nemmeno gli anticorpi del vaccino (dato scientificamente dimostrabile).
Questo tipo di vaccinazione non mira più alla sola e unica salvaguardia della vita umana. Oggi si sperimenta. Oggi siamo giocattoli nelle mani di chi decide di vita e di morte su milioni di bambini e quindi futuri uomini e donne di domani.
Noi Triarii siamo contro questo programma di auto distruzione. Siamo contro il continuo e lento avvelenamento dei nostri bambini. Della nostra società. Siamo contro un indottrinamento che assoggetta fino a schiavizzare.
Siamo altresì per la vera Libertà di scelta. Perché se c’è un rischio (e i danni da vaccino sono molti e sono reali, confermati anche dai tribunali italiani che quasi quotidianamente si vedono arrivare cause), è giusto ci sia anche la libertà di decidere se rischiare o meno. A oggi nessun medico si prende la responsabilità di questo rischio. Lascia totalmente abbandonata la famiglia in caso di danno da vaccino. E anzi: si nega.
Noi siamo per una Medicina onesta, trasparente e pro-vita.