Giovedì 21 Novembre 2024

09:36:19

Lettera aperta, una grande gioia... di distacco! di Andrea Peracchio

Avvenire.

Egregio Direttore,

desidero comunicarLe una grande gioia! Una di quelle gioie che crescono lentamente, una gioia partita da un seme lontano ed arrivata ad un frutto concreto, nell’ambito della propria anima, attraverso approfondimenti, confronti, dialoghi, studi, meditazioni e tanta preghiera. Mi riferisco ad una gioia carica di serenità, giacché passata fra tribolazioni e turbamenti, difficile da descrivere, ma profonda, molto profonda. Io sono di famiglia praticante, ho avuto una madre attenta e studiosa delle ragioni della nostra fede, ho avuto (ed ho) un padre molto impegnato in parrocchia ed in opere di carità e tutte le nostre famiglie hanno attraversato lo scorso secolo e l’ultimo ventennio con l’ardore del praticante. Un ardore, tuttavia, sempre turbato da ambiguità, banalizzazioni, semplificazioni, contraddizioni sia sul piano della fede, che sul piano della morale, che sul piano della dottrina. Un turbamento che faceva insorgere domande di senso, di aderenza alla Verità, fino a domande su cosa fosse davvero la Verità, un turbamento tutto dovuto a troppa “cattiva omiletica” da parte di tanti diversi parroci e preti che abbiamo avuto e conosciuto lungo gli anni e nei vari luoghi. Abbiamo avuto anche la fortuna di leggere importanti autori italiani e francesi che hanno contribuito alla nostra conoscenza, aiutandoci a scartare cattivi maestri e a seguire quelli buoni, ovvero aiutandoci ad esercitare il discernimento insieme alla preghiera.

In questi ultimi 5 – 10 anni le vie della chiesa e del mondo si sono meglio rivelate, vuoi perché ci siamo costruiti una più robusta griglia di valutazione, vuoi perché una lunga sequela di fatti estremi è venuta alla luce, con tutte le contraddizioni dei vari casi. Preti  e vescovi pedofili, scandali omosessuali, vescovi che coprono, cambi radicali di approccio a peccati gravi, fino alla recente seminormalizzazione del secondo matrimoni, alla banalizzazione dell’aborto, all’accoglienza dell’omosessualità, all’esclusione del concetto di popoli e nazioni in favor di un generico multiculturalismo d’accatto ed utopico, ecc., ecc.

Ebbene la grande gioia, pur carica di responsabilità, che oggi possiamo comunicare, sta nell’aver capito la profondità e la perniciosità del modernismo in cui la chiesa è caduta, questa somma eresia devastante e trasformante che ha portato la chiesa ad un quotidiano unirsi a pensatori gnostici, eventualmente pseudo-filantropi -multi miliardari ma distintamente anticristiani-, ad alcune grandi lobby, ad un ripetuto “giustificare” tante nefandezze, al “sostenere” ampi spazi di male, nella politica, come nel costume o nella moda, e perfino in una cattiva (pseudo-teologia) (si veda la modifica in corso all’ultima parte del Padre nostro!), che una volta ci turbava per molto meno, magari per esagerazioni ecumeniche…?!, oggi ci permette un distacco che manco potevamo immaginare!

E’ bello non avere più niente a che fare con chi ha fatto e fa del grande cattolicesimo di sempre una mezza religione umanitaria che compete con le ONG ed aspira a servire l’ONU piuttosto che Dio. E’ una grande gioia non avere più dubbi sulle tante dabbenaggini che vi preoccupate di scrivere, confondendo tante anime povere di spirito, forse per ambizioni politico-gnostico-massoniche nell’ambito delle quali siete andati fino ad impastarvi cellula per cellula. Date corpo a quella che lo stesso Paolo VI ha definito, orgogliosamente, la religione dell’uomo che si fa dio. E’ vero questa non si è scontrata con la religione del Dio che s’è fatto uomo, non ne è scaturito nemmeno un anatema… però ne è venuta una drammatica/lenta/felice sostituzione! E così il clero, nella sua stragrande maggioranza, ha colto il venticello del rinnovamento (con fumo di satana in abbondanza), per adagiarsi alle regole del mondo, più facili e soddisfacenti delle regole di Dio.

Auguri Direttore, auguri a Lei ed alla pletora di vescovi e cardinali che la dirigono, la seguo e la orientano, siete al servizio del Principe… auguri, io da quest’anno ho negato ogni contributo ed ho dato disposizione perché anche il mio modesto otto per mille non andasse più a questa chiesa modernista e mondana.

Abbiamo il grande dono di “vedere” questo scempio e soprattutto il grande dono di avere tanti sacerdoti che nel silenzio seguono ed insegnano ancora la sana dottrina, nonostante aumenti verso di loro una persecuzione oscena, restando fedeli al loro mandato, alla tradizione e continuando a credere nella transustanziazione!

Tenetevi stretto il vostro Matteo (Renzi, ovviamente!), la cara Bonino, il Monti o I Draghi, tenetevi strette le vostre leggi  scritte e di prassi, passate e future, di “apertura” ovviamente! (divorzio, aborto, fecondazione artificiale, gender, DICO, DAT, pseudo matrimoni omosex, ecologismo, immigrazionismo, naturalismo, ecc.),  valutate “caso per caso” e fate come il Mondo vi chiede. Promuovete esercizi spirituali per invertiti, con tanto di raccomandazioni alla fedeltà - fra invertiti -! Ovvero al peccato contro natura, che grida vendetta al cospetto di Dio!  Andate pure di dubbio in dubbio, di ambiguità in ambiguità, di apertura in apertura, per aprire ogni porta al Mondo…

Noi ci ritiriamo in preghiera e dissenso, dissenso e preghiera. Meditando la distanza che c’è fra voi ed i tanti martiri che per non pronunciare 4 o 5 banali paroline, che oggi sarebbero ecumeniche, hanno accettato sofferenze immani e morte santa! Speriamo solo di imparare da loro almeno la prima lettera dell’alfabeto di un buon cristiano.

Da voi certo non vogliamo imparare nulla, né leggere più nulla, smerciate solo menzogne, ambiguità e fumo…

Ci aggrappiamo volentieri al cuore Immacolato di Maria (per la prima volta citato nel nostro Parlamento dal politico più popolare e popolano che abbiamo avuto e che avete preso ad odiare al posto di Satana, per altro testimoniandoci che potrebbe essere fra i migliori), ci uniamo piuttosto ai Santi Patroni, ai Dottori veri della Chiesa, con tutti i nostri difetti, offrendo preghiere, rinunce e sofferenza, per noi, per i nostri cari, per la nostra Italia, per la nostra madre Chiesa, nonostante tutti voi, ben sapendo che Essa è seria Istituzione Divina che non mancherà, come non ha mai mancato!

E verso tutti coloro che pervicacemente confondono, inquinano, distorcono una qualunque verità rivelata, sia sempre anatema!

Andrea Peracchio

Torino