Giusto uno. Quando la Chiesa ha deciso di istituire la comminazione della scomunica per chi abortisce, per chi procura aborto e per chi vi collabora, lo ha fatto mossa da un’infinita spinta di Misericordia.
Misericordia verso quei padri che istigano o costringono una madre ad abortire.
Misericordia verso quei medici, quegli infermieri, quegli operatori sociali, che collaborano all’omicidio dell’innocente.
Misericordia verso quei politici, uomini di cultura e giornalisti che procurano l’aborto con il loro sostegno intellettuale.
Misericordia soprattutto verso le madri che decidono di cadere in tale obbrobrio.
Misericordia verso le anime di tutti costoro, che sono a serissimo rischio di dannazione eterna.
E misericordia verso i bambini innocenti e indifesi, squartati nel grembo materno, verso i loro corpicini destinati a finire nel secchio dell’immondizia.
La scomunica è una suprema opera di Misericordia, perché è finalizzata a prevenire un male atroce e pericolosissimo, che lede la vita delle donne e la pace della società, oltre che della famiglia. E riduce il genere umano, violando il piano di Dio.
Qualsiasi scomunica, infatti, non è incancellabile. Chiunque, in qualsiasi momento, iniziando e portando a termine un cammino di penitenza adeguata e redenzione spirituale, può ricongiungersi con la Chiesa Madre e quindi, tramite la sua grazia, riconciliarsi con Dio Padre. Anzi, la scomunica aveva proprio anche questa funzione di invito forte e “pesante” alla penitenza, a “scomodarsi” ad andare dal vescovo, a soffrire una piccola umiliazione, a fare dei corsi di spiritualità, un cammino redentivo. La scomunica, ancora una volta, era opera di Misericordia, non di condanna. Era finalizzata alla salvezza eterna e anche alla educazione terrena della persona, non alla sua punizione in quanto punizione. Esattamente come qualsiasi genitore ogni tanto deve punire il figlio per educarlo a divenire un uomo migliore. E la sua punizione è opera d’amore, non di vendetta.
Pertanto, è assurdo affermare che la Chiesa ha scoperto che la misericordia di Dio è superiore al peccato. Questo la Chiesa lo ha scoperto sul Calvario con il Buon Ladrone, e lo ha predicato sempre, comunque e dovunque in questi venti secoli. Chiunque affermerà questo, mentirà sapendo di mentire, visto che è impossibile non sapere ciò.
E anche se “tecnicamente” la scomunica non è stata tolta perché di fatto c’è ma viene cancellata con la confessione, occorre però ricordare che una scomunica vera può essere tolta solo dal vescovo e in certi casi solo dal papa. Se la può togliere qualsiasi sacerdote, essa viene ipso facto a identificarsi, a “immanentizzarsi” con la normale assoluzione di una qualsiasi confessione, e pertanto non è scomunica dal punto di vista formale, anche se materialmente dovesse sussistere a livello di puro nominalismo. Detto in maniera più semplice: tra l’assoluzione di una semplice confessione e la scomunica viene meno ogni differenza sostanziale e quindi la scomuinica stessa, qualora anche sussitestesse, sarebbe inutile e vuota.
In pratica, chi sostiene questo, identifica la normale assoluzione al peccato mortale con la scomunica, riducendo questa a un “flatus vocis”.
Se io rubo i biscotti al supermercato vado a confessarmi. Se commetto un atto impuro vado a confessarmi. Se calunnio vado a confessarmi. Se sventro un bambino nel grembo della madre… vado a confessarmi e me la cavo con un Pater, Ave Gloria?
Questa non è solo cancellazione del senso e della gradualità del peccato, ma anche del sacro.
La scomunica a chi abortiva e collaborava all’aborto era opera dell’infinita Misericordia di Dio, che vuole salvo ogni peccatore. Ma il peccatore deve pentirsi e riparare al peccato con giusta e adeguata penitenza e, nei casi gravi, giusto e adeguato cammino di redenzione.
Nessuno al mondo può insegnare alla Chiesa cosa sia la Misericordia.
Giusto un puntino su una i.