Mi permetto, al fine di attrarre l’attenzione, dato il momento che stiamo vivendo, di utilizzare il titolo di una delle più importanti opere mai composte, scritta agli inizi del XX secolo da mons. Henri Delassus, nella quale viene data spiegazione di quanto sta accadendo nel mondo.
Dopo cento e passa anni, questo titolo è più attuale e cogente che mai.
Leggo decine e decine, forse centinaia, di post di disperazione, rabbia, sconcerto. Più o meno lucidi, ma tutti sinceri.
Qualcuno apocalittico-catastrofico.
Poi tutti quelli ironici.... Forse un po’ meno consapevoli dell’abisso che ci attende.
Bene. Pero... Siamo pronti a reagire contro questa nefandezza che hanno compiuto contro la volontà della maggioranza degli italiani? A reagire contro questo ennesimo colpo di Stato soft ed eteropilotato? Contro la “dittatura dei professori”?
Siamo pronti a fare qualcosa di concreto per salvare i nostri bambini, i nostri soldi, la nostra libertà, l’Italia, noi stessi?
Siamo pronti, al di là di Facebook, lamenti maledizioni e battutelle, a organizzarci per resistere alla distruzione della famiglia, della vita, degli italiani come popolo e come persone, dell’economia, delle nostre vite?
Siamo pronti a organizzarci in una forza di popolo che agisca ovviamente in piena legalità ma al contempo in piena consapevolezza del tragico momento che stiamo vivendo?
Perché, se non siamo pronti a tutto questo, la verità è che non abbiamo capito cosa è accaduto e cosa stiamo andando a vivere veramente. La verità è che non abbiamo capito cosa ci aspetta. E chi lo ha preparato e con quali scopi.
Oppure, lo abbiamo capito… ma non basta ancora: nulla ci smuove, nemmeno la genderizzazione dei nostri bambini. Nemmeno la vaccinazione di massa o la “dolce morte” organizzata dei nostri malati o vecchi. Nemmeno la trasmutazione antropologica di tutti noi. Nemmeno l’invasione di immigrati pronti a prendere le nostre cose, il nostro posto, noi stessi. Nemmeno la distruzione di quello che resta dell’Italia. Nemmeno Macron che comanda, come un caporale, a casa nostra. Manco i soldi che ci tolgono, ci smuovono più.
È mai possibile che ci hanno congelati e trasmutati fino a questo punto?
Vogliamo ancora continuare a seguire i soliti “seri e moderati”, che stanno già preparando la loro sopravvivenza nella nuova situazione, facendo finta di niente o minimizzando il male (quando non lo avallano apertamente)? O parlando delle cose di tutti i giorni, come se fossimo nella realtà di tutti i giorni.
Vogliamo ancora seguire le gerarchie ecclesiastiche che hanno preparato tutto questo in nome di un dio che nulla ha più che a vedere con Dio? E con la fede e la Verità? E tanto meno con la Carità. Che non ha nulla a che vedere con il bene reale delle famiglie, dei bambini, degli italiani, delle persone in genere e che ha tutto a che vedere invece con il loro essersi venduti anima e corpo ai potenti di questo mondo.
Beh, se avete questa intenzione, fate molto male: tra poco inizieranno le danze. E inizieranno per tutti, con una velocità inusitata. Perché loro sanno che il tempo non gioca a loro favore.
Occorre organizzare una reazione generale del nostro mondo, ben più grande e anche differente da quella che si ebbe con il Circo Massimo nel 2016: quella fu – al di là delle intenzioni e speranze di ogni singolo protagonista e partecipante, che solo Dio può ovviamente giudicare – monopolizzata dai “moderati” e ligi agli ordini del clero complice o del politico democristiano che ammansisce a puntino con promesse di varia natura. Ne abbiamo visto i risultati e oggi nessuno può negare il fallimento di quell’iniziativa, che è stata come una rosa: bellissima per un giorno, e poi tutta spine e secchezza.
Non dobbiamo concepirla nemmeno come un’azione aperta, come allora fu, solo alle questioni morali (vita, gender, ecc.), per quanto essenziali queste siano. Perché le questioni morali sono solo una parte del problema in corso. E questo è vero identicamente per ogni altra questione (immigrazione, economia, vaccinismo, moneta, ecc.).
Occorre una reazione generale degli italiani che vogliono salvare l’Italia, la propria libertà, i propri bambini, la propria fede, le proprie case, la propria identità, civile, culturale, religiosa, antropologica. Pronti a dare battaglia civile e politica su ogni fronte, a 360 gradi, perché saremo massacrati su ogni fronte, a 360 gradi.
Mi dispiace, cari amici: ma le battutelle, le maledizioni, le lacrime, non bastano. Anzi, alla fine fungono come sfogatoio atto a smontare la capacità reattiva. A lasciare che tutto vada, tra mille lamenti e pianti, minacce e battutine, senza troppi ostacoli.
Occorre invece creare una reazione generale, una forza di resistenza. Un nuovo Circo Massimo dell’intero mondo della Tradizione cattolica e italiana, del mondo della vita e della famiglia, del mondo della cultura identitaria, della Fede di sempre, dell’economia naturale e libera, del mondo della sovranità e della libertà politica e civile. Clero sano (perché esiste e va sostenuto), politici veri, intellettuali liberi, leader di associazioni veramente cattoliche e fedeli ai valori di sempre, un intero popolo pronto questa volta a difendere tutto quanto di più sacro abbiamo.
Non lo facciamo? Sono solo chiacchiere le mie? Il solito articolo inutile? Lo faranno solo i soliti pochi per i soliti loro scopi?
Beh… non avete capito cosa ci aspetta allora. E questa è una tragedia.
La Confederazione dei Triarii è al servizio di tutto questo e al contempo prontissima a cooperare con tutti coloro che vogliono realmente reagire. Senza personalismi, senza “orticelli”, senza alcuna pretesa: conta solo la salvezza di tutti noi.
Qualcuno è pronto, in questa situazione e nei mesi che verranno, a superare se stesso, i propri pseudointeressi, la propria ritrosia, a vincere, come Ulisse, le sirene del quietismo carrieristico o elitario? A smettere di dare retta a tutti coloro, ecclesiastici, politici e laici, che da decenni hanno gettato coperte sul fuoco della reazione con le più svariate motivazioni, permettendo che si arrivasse a tutto questo e rimanendo - loro - sempre al vertice di qualcosa?
Qualcuno vuole realmente creare un’unione di tutte le forze sane? Vi sono persone, intellettuali, politici, responsabili di associazioni, uomini e donne di buona volontà, pronti a mettere se stessi a disposizione di questa santa battaglia? Anche a costo di rompere cordoni ombelicali con persone e strutture che da troppo tempo hanno ormai tradito? E il cui tradimento diviene ogni giorno più evidente e intollerabile.
Lo chiedo come ultimissima ruota del carro, come semplice cattolico e italiano: la organizziamo tutti insieme questa reazione – politica, civile, culturale, religiosa – di un intero popolo? Quello cattolico e italiano?