di Nili Santoro
Si chiama
Suicidium ed è il nuovo fenomeno da tavola più venduto online e nei negozi di giocattoli. Sull’onda di giochi di carte come
Squillo, in cui papponi e prostitute si scambiano pratiche estreme di ogni tipo, questo è dedito alla pratica del suicidio. Partito da un tour a Lucca,
Comics & Games e in vendita su diversi
shop online e nei negozi di giocattoli, questo folle gioco, sviluppato da
Officina Meningi ( una spremuta concentrata), contiene al suo interno tredici carte oggetto che portano nomi come Lametta, Cappio, Veleno, Cabina dei suicidi oltre ad altre carte e vari dadi, illustrati con macabre scenette e disegni irriverenti e ironici per affrontare il tema in questione con piglio da veri satanassi. Si gioca nella versione
Survive o
Depression. Nella prima lo scopo è restare vivi (bontà loro), nella seconda lo scopo è uccidersi per primi, scegliendo il mezzo più consono.
Gli autori dichiarano in un’
intervista di averlo ideato per divertirsi e divertire e, come non bastasse, si sono dichiarati soddisfatti per aver raggiunto il successo sperato: “viviamo in un paese meno bigotto di quanto si voglia pensare, ma c’è ancora molta strada da fare”.
Ci siamo interrogati su cosa potessero avere in mente gli autori quando hanno dichiarato che
c’è ancora molta strada da fare contro quello che definiscono “bigottismo”. Forse intendono raggiungere gli obiettivi del loro predecessore, l’inventore di
Blu Whale, il gioco da tavola russo ideato da certo Budeikin, giovane studente arrestato nel 2016 e responsabile della morte di una decina di ragazzi.
La faccenda è di una semplicità disarmante: non occorrono grandi disquisizioni sui massimi sistemi per capire che questo prodotto da quattrini è rivolto soprattutto ai giovani e giovanissimi e porta con sé un messaggio chiaro e forte: se ti senti depresso puoi farlo. E puoi farlo con alcuni mezzi sicuri che noi stessi possiamo suggerirti. Con un colorato mazzolin di carte a portata di mano sapremo toglierti dall'impiccio della scelta. Alla modica cifra 7 euro. Scherzandoci su. Come una bevanda letale, appoggiato sugli scaffali dei negozi di giocattoli per bambini di ogni età e venduto, ci scommettiamo, a chiunque metta mano al portafoglio.
La morte auto procurata diventa gioco, ironia, scherzo, ma anche irriverente e dissacrante sfida ai valori universali del consesso umano e della legge naturale della vita che, per antonomasia, è custode di se stessa.
La vita dell’uomo è appesa a un filo, più oggi che all’epoca delle grandi battaglie e guerre della storia. Perché la cultura della morte serpeggia nei più impensati meandri della vita quotidiana, si veste da gran dama e ironizza su stessa, è ludica e ricreativa. Per questo non viene riconosciuta dai più.
Ricordiamo ai nostri lettori che il
Catechismo di San Pio X, a proposito del V comandamento recita:
- Perché è peccato il suicidio? Il suicidio è peccato, come l'omicidio, perché Dio solo é padrone della nostra vita, come di quella del prossimo: inoltre è peccato di disperazione che, di più, toglie con la vita la possibilità di pentirsi e di salvarsi.
Ognuno faccia le proprie considerazioni.