L'accordo di Aquisgrana (certamente la scelta non è casuale) tra Germania e Francia, non segna la morte dell'Unione Europea, come molti in queste ore affermano, ma esattamente il contrario: questo è l'estremo tentativo di salvare l'Unione Europea (basta leggere i principali scopi conclamati), compiuto da due capi di Stato di cui una è al tramonto e l'altro un fallimento totale, ma entrambi consapevoli di essere giunti a un nodo cruciale della storia di questo organismo, che rischia di finire - almeno moralmente - sepolto dal voto delle sue stesse popolazioni.
Ecco il senso dell'accordo. L'errore di valutazione risiede nel giudizio che ci si ostina a dare del senso ultimo della Unione Europea e ne confondere, spesso, un organismo politico con una civiltà e un ideale plurisecolare e ricolmo di quei valori oggi rinnegati in primis proprio da questo organismo.
Il problema, quindi, non è tanto l'alleanza (o accordo, cambia poco, non cadiamo nel nominalismo) tra le due potenze che da sempre si dichiarano ideali "discendenti" di Carlo Magno (solo quando è utile, però...), quanto i contenuti ideologici che ispirano tale alleanza-accordo. Il problema, cioè, risiede nella volontà di distruzione di tutto quanto rimane della civiltà europea (fondata veramente da Carlo Magno), della cristianità, dei valori naturali, della ricchezza degli europei (e degli italiani in primis), della loro cultura tradizionale, perfino della loro stessa identità etnica.
Paradossalmente, questo accordo potrebbe essere una occasione in più di rivolta generale di tutte le popolazioni del continente, proprio a partire dalle elezioni di maggio.
Sarà così? Sarà così in Italia? Purtroppo, ne dubito.
Non per niente, anche qui stanno preparando le contromisure partitiche affinché questo non avvenga: CEI, sinistra, liberal-finanza, la nuova anti-trinità della dissoluzione. Guidate dal banchiere di turno, che certo non cura gli interessi degli europei veri ma ha il compito di portare a termine la dissoluzione della civiltà cristiana europea.
Speriamo ci sia la risposta adeguata dei popoli liberi e lavoriamo per questo.
Gli eredi veri di Carlo Magno non stanno in Germania o Francia, ma sono coloro che, ovunque in questo continente e nel mondo intero, hanno nel cuore e nella mente la civiltà di cui il grande imperatore fu emblematico fondatore. (MV)