Putin, durante la tradizionale conferenza di fine anno, ha detto chiaramente di essere molto preoccupato per le sorti della storia umana, in quanto si paventa sempre più seriamente il pericolo di una guerra mondiale, che porterebbe alla fine della civiltà.
Putin ha ragione: del resto, lui... "non può non sapere"... quali sono i piani della Rivoluzione, ovvero di coloro che manovrano gli uomini politici e "mediatici" e conducono la storia verso gli esiti da loro voluti, specie oggi.
Eppure, Putin commette un errore nel suo discorso.
Parla di rischio di fine della civiltà.
La civiltà è finita da molto tempo. Ha avuto vari durissimi colpi nel corso dei secoli (1517, 1648, 1688-89); ha avuto un colpo mortale nel 1789-1815. Eppure, era ancora viva.
Ma i colpi subiti tra il 1914-1918 e il 1939-1945 l'hanno massacrata. Il colpo di grazia finale è stato dato dagli anni Sessanta in poi.
La nostra civiltà è morta. Infatti, viviamo nella progressiva affermazione della più mostruosa bestialità, della più devastante bruttezza, del più corrosivo odio, della più incontenibile corruzione, a tutti i livelli e in tutti i settori, con la complicità di tutte le istituzioni, nessuna esclusa.
Nel silenzio complice dell'immensità degli ignavi.
Per questo, non è detto che una guerra mondiale sia il peggiore dei mali. Non si può uccidere un morto. Si possono uccidere invece le cause della morte del morto e i suoi assassini.
So che questo discorso darà fastidio a molti. Anzi, a moltissimi. Forse, quasi a tutti. Ma dà fastidio solo nella misura della mancata reale ed effettiva comprensione del male che ci sovrasta. Più si comprende questo male, meno ci si infastidisce di quanto detto. Meno lo si è compreso, più ovviamente si rimane turbati.
Ma è, come detto, questione di comprensione della realtà delle cose. Una realtà talmente terribile che si preferisce non vedere, non capire, non pensare. Si preferisce deridere chi mette in guardia, isolarlo, credendo così di risolvere il male.
Invece, è proprio affrontando il male che nasce la speranza e si va verso la salvezza.
Oggi è il giorno della speranza, non solo perché il Natale è vicino, e la Luce del Mondo sta arrivando, ma anche perché da oggi, il giorno della notte più lunga dell'anno, la luce inizia insensibilmente ma inarrestabilmente ad avanzare.
Da oggi, le giornate si allungano, le tenebre iniziano ad arretrare.
Tra quattro giorni festeggiamo l'arrivo della Luce del Mondo nel mondo, il dono della Salvezza, la forza della Speranza, la certezza della vittoria.
Non dobbiamo aver paura delle tenebre, neanche della guerra, non è il peggiore dei mali: questa società ci propina ogni giorno mali ben peggiori, con il sorriso ammiccante dell'irenismo mondialista e a-morale. Dobbiamo aver paura di questa società, che ha dannato Dio e sta elevando sui suoi altari il demonio. Ma, attenzione: temerla e anche odiarla, sì, però al contempo, nella certezza del suo vicino e inevitabile crollo.
Prepariamoci al Natale. Alla Luce, Alla Speranza.
Nessuno può fermare l'arrivo della Luce del Mondo.