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La “scientificità” della non-realtà. A proposito di un articolo “cattolico” sull’immigrazionismo

È apparso un articolo, il 4 settembre 2018, nella Nuova Bussola Quotidiana, scritto da Anna Bono, intitolato “Gli africani emigrano. Non diamo colpe a ‘grandi vecchi’”, nel quale l’autrice, sfornando dati, cifre, lucidità di ragionamento, sostiene che non esiste nessuna azione di poteri forti o occulti in favore dell’emigrazione. Inutile pensare a fantomatici personaggi come Soros o a mitici piani Kalergy o a progetti neoimperialisti di Cina o Francia: tutti emigrano, cinesi, europei, sudamericani, e quindi anche gli africani, e non si capisce per quale ragione solo per gli africani si debba presupporre un complotto. L’emigrazione è sempre esistita ed esisterà sempre. È fenomeno normale della storia. Non v’è dubbio che l’articolo sia stato scritto con l’intento di apparire come il classico esempio di scientifico realismo che getta “lume” sull’oscurantismo del becero complottismo e giustifica – di conseguenza – la saggia politica integrazionista di Francesco e del clero odierno (anche se ciò non viene scritto). Detto in altre parole: ha ragione Francesco e hanno torto coloro che si lamentano dell’arrivo degli immigrati, in quanto, costoro, sono anti-storici e cadono spesso e volentieri nella trappola del “complotto” (che non esiste), poggiandosi su ridicoli fantasmi o su spiegazioni inverosimili di politica internazionale. Tutto apparentemente logico. Dati, numeri, elementi storici, ragionamenti. Tutto, insomma, in perfetto stile “scientifico-serio-moderato-cattolico-conservatore”. In realtà, se vogliamo essere nulla di tutto questo ma solo e semplicemente realisti (nel senso più teologico del concetto), niente di questo ragionamento è serio, è scientifico, moderato, e, in un certo senso, nemmeno cattolico. Anzi, direi che è estremisticamente falso. Non nei dati, ma nella interpretazione e spiegazione dei fatti. La Nostra parte dal presupposto che un fenomeno epocale come quello che sta accadendo si possa spiegare con le leggi economiche dell’offerta di lavoro (“In realtà anche gli africani, a milioni, emigrano come tutti e come sempre per lavoro” in Africa e fuori Africa). Che è come dire che spieghiamo il Comunismo mondiale con il fatto che a Birmingham gli operai della prima metà del XIX secolo erano maltrattati. O il nazional-socialismo con il fatto che a Versailles nel 1919 erano stati ingiusti con la Germania. O tutta la epocale Rivoluzione Protestante con il fatto che un predicatore in Germania si faceva pagare le indulgenze per costruire san Pietro. O che la Prima Guerra Mondiale sia accaduta perché un assassino terrorista ha sparato all’erede al Trono dell’Impero austro-ungarico. E potremmo continuare a lungo con gli esempi… Questo è il modo di spiegare la storia di coloro che Augusto Del Noce definiva i “crocio-gramsciani” (tradotto: liberal-giacobin-marxisti): di quelli stupidi, che ci credono veramente, e dei pochi intelligenti, che fanno in modo che milioni di stupidi ci credano. Tutto appare logico, ma in realtà quasi nulla è come viene descritto. Perché? Perché ovviamente, per ciascuno degli esempi scelti, come per tante altri che si potrebbero scegliere, le vere cause sono assolutamente più profonde e recondite. Credere di spiegare i grandi, anzi, grandissimi, epocali, eventi della storia, o del presente, con motivazioni socio-economiche e pienamente “immanenti” è del tutto anti-reale. Si crede di essere scientifici, e invece si banalizza – a volte anche in maniera ridicola – l’incontenibile complessità del processo rivoluzionario (che la Nostra, immersa nei suoi numeri di cinesi emigrati, nemmeno prende in considerazione). Il discorso è immenso, ovviamente, e non possiamo affrontarlo in un articolo: ma è ovvio che all’autrice sfugge del tutto che… Soros esiste; ed è esistito Kalergy; ma soprattutto che i due sono solo una punticina – conosciuta – della plurisecolare forza della sovversione mondiale in corso da secoli (in grandissima parte sconosciuta). La quale prevede la progressiva distruzione di ogni struttura (Chiesa, Stato, proprietà, economia, famiglia, ordine naturale, uomo) come di ogni prodotto della civiltà umana, al fine dell’ottenimento di una massa informe (intellettivamente, economicamente schiava, geneticamente manovrabile, sessualmente indefinita e definitivamente “soluta” nel meticciato mondiale) atta all’accettazione del Nuovo Ordine Mondiale e all’adorazione di colui che deve venire. Non capire che l’immenso movimento immigrazionista (e non solo africano) sia finalizzato a tale scopo, ormai in questo momento avanzatissimo del processo rivoluzionario, sembra essere cosa scientifica e seria, mentre invece è del tutto anti-scientifico e per nulla serio. Poniamoci qualche domanda… seria. Le cause dell’immigrazionismo nascono certo dalla decolonizzazione, ma questa perché è avvenuta? La Nostra non sembra porsi il problema, questo sì prettamente storico, del fatto che non v’era alcuna necessità reale di tale decolonizzazione e che anzi, questa fu la rovina degli stessi popoli colonizzati. Perché avvenne, così, di colpo? Perché Gran Bretagna e Francia decisero, senza reale obbligo (visto oltretutto che la guerra l’avevano vinta – almeno la Gran Bretagna – e visto che i paesi africani certo non avevano un Ghandi che li guidasse invincibilmente all’indipendenza), di “suicidare” i loro imperi o di trasformarli in mero e brutale dominio economico-finanziario? Perché ci si inventò un processo precipitoso e illogico – quasi masochista, e comunque rovinoso per gli stessi popoli colonizzati – tutto di un colpo e tutti insieme? Come non vedere in questo proprio i prodromi necessari alla costruzione delle condizioni della futura invasione del mondo europeo al fine della creazione del meticciato mondiale (condizione necessaria per l’umanità del Nuovo Ordine Mondiale)? È necessario ricordare il famoso discorso del Presidente dell’Algeria – da poco sovrana – all’ONU nel 1974 sulla conquista dell’Europa tramite il grembo delle donne africane? Perché si è inventato il senso di colpa degli europei? Come mai da venti anni all’improvviso arrivano milioni di emigrati dall’Africa e dal Medio-Oriente? Se fosse solo questione socio-economica, perché prima non venivano? Ce la ricordiamo l’Italia degli anni Ottanta? Come mai tale improvviso fenomeno ha immediatamente trovato decine e decine di ong e associazioni, tanto laiche quanto “cattoliche”, “pronte” ad accogliere milioni di persone e al contempo a lucrarci sopra cifre enormi? Soprattutto: come spiegare che tutto il mondo finanziario, mediatico, dello spettacolo, di chiunque in qualche modo faccia “moda” e “opinione”, perfino quello religioso (modernista), sia in blocco favorevole all’invasione? Perché è nata, e si sviluppa incontenibilmente l’ideologia “anti-razzista”, proprio negli stessi ambienti, guarda caso, liberal-giabobin-marxisti? Ideologia che non prevede affatto la difesa del presunto “più debole”, ma la distruzione di ogni popolo e in primis degli europei (basta leggere i loro slogan e le loro pubblicazioni)? La nostra autrice ha mai sentito i discorsi degli immigrazionisti? Cosa dicono, cosa vogliono, quali sono i loro scopi ultimi nient’affatto reconditi, ormai? Cosa è successo di tanto speciale venti (o venticinque, o trenta, non cambia nulla) anni or sono in quei posti che possa spiegare tale fenomeno tanto improvviso quanto incontenibile? Non è successo nulla. Nulla. Eppure arrivano a milioni, così, di improvviso. E questo si spiegherebbe con la ricerca di lavoro? Certo, in parte è vero: ma creare il pauperismo della ingiustificata decolonizzazione non è forse servito proprio a facilitare l’invasione dell’Europa? È quanto sta accadendo oggi con gli stessi europei: nel mentre che vengono invasi, li si rovina ogni giorno di più economicamente (specie gli Stati mediterranei), per renderli instabili e deboli, al punto tale magari da costringerli, un giorno, ad emigrare essi stessi per lavorare e lasciare spazio ai nuovi arrivati. Questa è fantascienza complottista? Però… guarda caso… è proprio ciò che sta avvenendo. Quello che è successo negli scorsi venti anni semmai è che, tramite guerre folli imposte dal mondo finanziario internazionale statunitense (con i loro maggiordomi francesi), si sono fatti saltare quei governi che frenavano la grande invasione dell’Europa ed erano ostacolo alla diffusione dell’islamismo. Ecco cosa è successo. E perché è successo? Non ce lo domandiamo? Last but not least: se veramente fosse solo questione socio-economica, non sarebbe la cosa più logica del mondo mandare le aziende europee in Africa a costruire industrie e infrastrutture (e quindi a guadagnarci sopra) e a creare lavoro (come anche ospedali, case, ecc.) tanto per gli europei che per gli africani, in modo che questi ultimi non siano costretti a emigrare? E questo – che è la cosa più logica del mondo – non è esattamente ciò che nessuno può dire, pena l’apparire ingenuo o “estremista” o razzista”? E questo non dimostra la previa volontà dell’invasione dell’Europa a prescindere da ogni altra considerazione, anche dalla più logica e positiva? Solo per fare un esempio molto reale e scientifico (quindi, per fare contenta la Nostra: niente Soros e Kalergy). In occasione del dibattito sulla Costituzione Europea, scrisse Stefano Rodotà (tutti ricordiamo chi era, vero?): «Undemos, un popolo europeo non esiste ancora, ma non si può aspettare che esso nasca per fare passi decisivi verso una vera costituzione europea (…) Attraverso i diritti si pongono le premesse per la Costituzione di uno spazio pubblico europeo e si creano, quindi, le condizioni per la nascita di quel demos». E come sarebbe nato questo demos in poco tempo? Ecco la risposta di Rodotà: «Perché non valorizzare il fatto che, salvo limitate eccezioni, i diritti della Carta prescindono dalla cittadinanza nazionale, e parificano così europei e stranieri, immigrati legali e clandestini?» (S. Rodotà, La Carta come atto politico e documento giuridico, in A. Manzella – P. Melograni – E. Paciotti  - S. Rodotà, Riscrivere i diritti in Europa. La Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, Bologna 2001, pp. 57-90, citazioni a pp. 67 e 76)… Rodotà non afferma che il demos della “Nuova Europa” (che in precedenza ha definito laica e decentralizzata) debba essere quello della somma degli europei “storici”, delle razze ed etnie da secoli e millenni stanziate nel continente, magari nel frattempo mischiatesi tutte e solutesi in un melting pot continentale. Rodotà afferma chiaramente che il demos della Nuova Europa va creato. Pertanto, nulla osta a far entrare milioni di immigrati, specialmente africani e medio-orientali nella vecchia Europa: anzi, è necessario. Qui non è Soros. Questo è uno dei più celebrati intellettuali dell’intellighentsia europeista, anzi, mondialista. E potremmo portare ben altri esempi su questo tema. Ma siamo veramente certi che si possa spiegare l’invasione in corso con la logica dei numeri degli affamati? Che ciò sia serio e scientifico? Ovvero, che non esista il mondialismo? Che non esista un progetto sinarchico di cambiamento radicale dell’umanità da ogni punto di vista (da quello sessuale fino a quello etnico?). Non posso nascondere il fatto di essere molto meravigliato che un tale articolo possa essere apparso in una rivista importante del mondo cattolico che aderisce alla Tradizione (anche se non certo tradizionalista, questo lo so bene: intendo Tradizione nel senso più proprio e teologico del concetto). La Tradizione cattolica non si fonda sui numeri: ma sulla realtà ontologica della lotta tra il Bene e il Male (all’interno della quale semmai vanno valutati i numeri, i fatti, le azioni, ecc.). Il problema vero in fondo è questo: è la mancanza di corretta formazione, di una visione profonda del senso ultimo della storia, dell’azione dei poteri occulti che esistono e agiscono da secoli. È la mancanza della consapevolezza dell’esistenza della forza del Male che opera nella vita degli uomini. Come vi opera ovviamente la forza del Bene. È la presunzione immanentista di un illuminismo radicato nel più profondo delle anime, anche di quelle più vicine al mondo preilluminista (di cui però hanno dimenticato i cardini intellettivi). La verità è che l’anticomplottismo è l’altra faccia della medaglia del complottismo (un po’ come l’antirazzismo e l’antifascismo). Dico questo per il semplice motivo che negare oggi l’esistenza di poteri occulti che manovrano la storia e la politica mondiale, è come affermare che il cielo è verde e l’erba azzurra… Cosa non molto perdonabile, insomma, specie oggi, al punto in cui siamo arrivati. Soprattutto, non seria. E tanto meno moderata. E, come dicevamo, nemmeno tanto cattolica, nel senso della sua completa adesione alla non-realtà delle cose. Soprattutto, tenendo conto, alla fine della fiera, del vero scopo inconfessato: che è, come detto, quello di avallare la politica immigrazionista portata avanti dall’attuale dirigenza della Chiesa.